Vi racconto un po’ di me…
Mi chiamo Cinzia Piantoni, sono una pedagogista e vivo in un paese della Valle Seriana, in provincia di Bergamo, circondata dalle montagne nelle quali amo evadere nel tempo libero.
Sin da piccola ho avvertito una passione particolare verso i bambini, passione che ho iniziato a coltivare intrattenendo durante feste di compleanno, nella quotidianità con mia sorella minore e organizzando attività ludiche nei Centri Ricreativi Estivi.
Al momento di scegliere il percorso di studi avevo quindi già le idee ben chiare: mi sono iscritta al Liceo delle Scienze Umane (ex Liceo socio-psico-pedagogico). Ho continuato gli studi laureandomi in Scienze dell’Educazione (L-19) e conseguendo poi la magistrale in Scienze Pedagogiche (LM-85) con pieni voti e Lode.
Durante gli anni universitari ho iniziato a immettermi nel mondo del lavoro, dapprima facendo la stagista presso un nido famiglia e in seguito con un primo contratto di lavoro in un ulteriore nido famiglia della bergamasca.
Gli anni universitari hanno costituito una palestra professionale e di vita, in particolare nella scelta dei tirocini per le due rispettive lauree: durante la triennale, spinta da un desiderio di cambiamento e conoscere culture differenti dalla mia, ho deciso di iscrivermi a un bando dell’Università di Bergamo per un progetto di ricerca in Sudafrica riguardante i Disturbi dello Spettro Autistico e sono stata selezionata. Dopo aver compiuto un periodo di formazione presso la Fondazione Sacra Famiglia ONLUS di Cesano Boscone (MI), nell’aprile 2015, all’età di 21 anni, sono partita alla volta di Johannesburg e ho così conosciuto la realtà di Little Eden: un ente no profit che gestisce due istituti residenziali che ospitano bambini ed adulti con disabilità intellettive e fisiche. Questo tirocinio ha rappresento non solo un’esperienza formativa sul piano professionale ma anche, e soprattutto, un’opportunità di crescita interiore; tant’è che una volta rientrata in Italia, ho avvertito il bisogno di ripartire. Bisogno appagato con la decisione di svolgere anche il secondo tirocinio all’estero: era il 2017 quando partii per l’America Latina, immergendomi nei colori, odori e rumori della Bolivia; un’esperienza a 360 gradi!
Qui ho condotto un’indagine comparata delle tipologie d’intervento a sostegno dell’Infanzia e dell’Adolescenza in contesti di abbandono, violenza e povertà nelle città di Santa Cruz de la Sierra, La Paz e Cochabamba, passando attraverso l’Hogar San Lorenzo (comunità educativa, meglio rappresentata dal termine ormai superato di “orfanotrofio”), il Centro di reintegrazione sociale Fortaleza (carcere minorile), e il Centro Madre Maria (comunità per ragazze-madri). Nel contesto boliviano ho in particolare analizzato fenomeni quali: i niños de la calle (bambini di strada), i bambini lavoratori ed il maltrattamento normalizzato.
Da quel momento la voglia di viaggiare, tornare per poi ripartire, la voglia di conoscere senza giudicare, di incontrare l’Altro diverso da me, l’importanza dell’esserci senza dover necessariamente fare, di immergersi in culture e credi religiosi differenti, la voglia di superare pregiudizi ed etichette, è rimasta parte di me.
Dopo aver concluso il percorso universitario mi si è presentata una nuova opportunità lavorativa presso un asilo nido, nel quale ho coltivato una care attenta e individualizzata, imparando ancor più a instaurare rapporti di fiducia positivi e collaborativi con genitori e caregiver di bambini e bambine, sperimentandomi per la prima volta in un lavoro d’equipe con colleghi basato sulla condivisione e sul confronto. Sono stati anni che mi hanno dato molto, che mi hanno permesso di crescere ancor più nella prassi educativa, confermandomi che era il lavoro che veramente amavo fare. Con il trascorrere del tempo ho iniziato però a sentirmi non pienamente realizzata, a causa di una situazione di stallo e mancanza di possibilità di crescita professionale. In particolare, ho iniziato progressivamente a realizzare che nonostante avessi conseguito una Laurea Magistrale, questo lavoro non mi permetteva di mettere in campo e apprendere tutta una serie di competenze pedagogiche alle quali invece ambivo.
Nell’estate del 2019 sono atterrata in Albania, conoscendo la comunità di supporto socio-educativa di Shengjin e sono poi partita alla volta del Cammino di Santiago. È stata un’estate molto importante per me che mi ha portata a maturare l’idea che avevo bisogno di una svolta lavorativa.
Si iniziava a sentir parlare di Corona Virus quando sono venuta al corrente di un bando di selezione per il conferimento di incarichi libero professionali ad una figura educativa collaborando con un’azienda speciale consortile del Trevigliese. Senza troppe aspettative ho inviato la domanda di ammissione ottenendo poi la collaborazione. Ciò ha rappresentato per me un trampolino di lancio, consapevole che stavo per stracciare un contratto a tempo indeterminato a fronte dell’apertura di una partita IVA, in pieno Covid-19, andando incontro a un mondo di incertezze.
Sono testimone che con un pizzico di fortuna ma soprattutto coraggio e volontà di cambiamento si possono sempre intraprendere nuove strade senza rinunciare alle proprie aspirazioni.
Collaboro tuttora con questa realtà facendo consulenze per il Servizio di Tutela Minori, per l’unità preventiva e il Servizio Affidi. Il mio è diventato un lavoro in equipe multi-professionale finalizzato alla promozione di una genitorialità positiva, creando un progetto-quadro per ciascun bambino, in un’ottica preventiva, ovvero portando alla luce risorse e sostenendo fragilità che potrebbero evolvere, se trascurate, in criticità ed elementi di pregiudizio per i minori. Il tutto declinato in interventi di: educativa domiciliare, tutoring educativo, colloqui, accompagnamento di minori in affido e supporto educativo e pedagogico alle famiglie affidatarie, gruppi con genitori e gruppi con bambini, percorsi di emancipazione etc. Si tratta quindi di un vero e proprio lavoro in rete con le istituzioni e i relativi servizi sociali, scolastici, sanitari, educativi per la prima infanzia, associativi di carattere culturale, sportivo, del volontariato e del tempo libero, nonché con l’Autorità Giudiziaria. In particolare con: Servizio Sociale, SerT, SerD, CPS, Centri Diurni educativi e terapeutici, comunità educative, comunità protette, alloggi per l’autonomia genitore-bambino, NIL, UONPIA, CAG.
Nel contempo effettuo privatamente educative domiciliari, ADM e ADH. Mi occupo per esempio di sostegno alla genitorialità offrendo consulenze domiciliari, anche online, di programmazione e affiancamento in interventi educativi personalizzati per bambini con comportamenti-problema, deficit uditivi, potenziamento linguistico, orientamento scolastico etc.
La parte rimanente del mio tempo libero la investo in attività di volontariato centrate sulla sensibilizzazione dei giovani alla donazione del midollo osseo. Faccio infatti parte dell’Associazione Federica Albergoni ONLUS, della quale sono consigliera e co-fondatrice.
Sono impegnata nel diffondere la cultura della donazione per sconfiggere leucemie e neoplasie del sangue, attraverso manifestazioni di carattere sportivo, sociale, culturale, incontri formativi negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, in collaborazione con ADMO, AVIS, AIDO ed enti territoriali.